Origini
“ Campo di Carne, a sud di Roma, fin dall’ antichità fu teatro di guerre, e in tempi non lontani di una delle operazioni belliche più aspre e sanguinose del secondo conflitto mondiale. Il ricordo di battaglie terribili evoca una speranza di Pace che trova conforto nella crescita civile, culturale e produttiva di questa ricca zona dell’ Agro Pontino. Sul finire del medioevo le vecchie tenute apriliane di Campo di Carne, Gogna-Santo Appetito, Buon Riposo e Carrocetello, facevano parte del territorio di Ardea. Il Catasto Alessandrino ci consente di ammirare le possenti mura della rocca eretta nel 1581 dal Duca Giovan Giorgio Cesarini a difesa dell’insediamento medievale sorto sui resti dell’ antica città rutula (A.S.R.:Collocazione N.°432/11). |
Gli elmetti dei caduti sullo storico cavalcavia di Campo di Carne |
Nel mese di giugno dell’ anno 272 di Roma ( 481 a.C.) gli Anziati mettono in fuga, nel territorio oggi compreso tra Buon Riposo ed Anzio, il console romano Lucio Emilio, il quale per non subire una più cocente sconfitta si rifugia col favore della notte a Lungula ( attuale Buon Riposo ), città volsco-anziate conquistata nove anni prima dal suo collega Postumo Cominio Aurunco (Livio: II°,Cap.33 e 39, DIONIGI di Alicarnasso: VI° Cap. 91 e VII° Cap. 36 e 85 ) Non e affatto un’ ipotesi azzardata supporre che il campo di battaglia, dove si svolsero le guerre su accennate, fosse proprio l’ odierno territorio di Campo di Carne, interposto geograficamente alle due città volsche. Per conquistare definitivamente Anzio e il suo agro, ivi comprese le città della lega volsca, i Romani impiegarono ben 154 anni, promovendo le campagne militari degli anni 263-272-286-297-371-377-408-414 e 417 a partire dalla fondazione di Roma (Tomassetti II°,371-Nibby 1°, 377 ).
Era impensabile che, dopo circa 2.425 anni, la stessa città marittima venisse ad essere nuovamente teatro di un guerra, per giunta molto più devastante delle precedenti, combattuta da ben altri eserciti ma avente sempre lo stesso campo di battaglia, ossia la piana di Campo di Carne divisa dal celebre cavalcavia i cui terrapieni furono intrisi da tanto sangue durante le alterne vicende dei combattimenti. Quivi nel 1944 si giocarono, in parte le sorti dell’ ultima guerra, dove gli eserciti alleati, subirono si qualche insuccesso inferto loro da quello tedesco ma non persero l’ ultima battaglia, avvantaggiati come erano dall’ imponente superiorità di uomini e mezzi da essi impiegati nella piana di Campo di Carne, di Campomorto e nei borri macchiosi di Buon Riposo. |
Galleria Fotografica
I caduti militari e civili di Campo di Carne nella guerra 1940-1945
1°)- Concetta Umberto di Luigi, n.1918 a Gornars 2°)- Faggion Guido di Giuseppe, n. 1910 a Urbana 3°)- Forasassi Pasquale di Giovanni, n. 1912 a S. Godendo 4°)- Scaggion Cesare di Alessandro, n. 1915 a Orgiano Caduti civili durante le operazioni di sbarco o per esplosione di ordigni bellici al rientro dallo sfollamento 1°)-Bernoni Antonio di Lorenzo, n. 1932 a Portico 2°)-Cerresi Ida di Vincenzo, n. 1926 a Portico S. Benedetto 3°) Chiodi Guerrino di Gioacchino, n. 1879 a Lago Santo 4°)-Cramerotti Angelo di Bortolo, n. 1943 ad Aprilia 6°)-Cramerotti Onorato di Bortolo, n. 1941 ad Aprilia 7°)-Cramerotti Romani di Bortolo, n. 1931 a Mahovljani 8°)-Droghetti Carmelo di Gustavo, n. 1937 a Borgo Faiti 9°)-Droghetti Gustavo di Terenzio, n. 1918 a Ostellato 10°)-Fanti G. Battista di Lorenzo, n. 1872 a Vico nel Lazio 11°)-Fiumi Riccardo di Lorenzo, n. 1923 a Forlimpopoli 12°)-Gerardi Gisbele di Maurilio, n.1920 a Precenicco 13°)-Gerardi Iolanda di Maurilio, n.1927 a Precenicco 14°)-Giraldi Ines di Lino, n. 1939 a Velletri 15°)-Masin Celestino di Albino, n. 1911 a Legnago 16°)-Meddi Luigi di Gaetano, n. 1922 a Roma 17°)-Ranucci Orlando di Giuseppe, n. 1919 ad Anzio 18°)-Samori Vincenzo di Rodolfo, n. 1912 in Svizzera 19°)-Scaggion Alessandro di Carlo, n. 1938 a Velletri 20°)-Tomasetto Giovanni di Antonio, n. 1911 in Austria 21°)-Tomasetto Maria di Antonio, n. 1914 a Mossano 22°)-Verderame Calogera fu Vincenzo, n. 1938 a Sciacca 23°)-Verderame Nicolò di Giuseppe, n. 1940 a Sciacca |
Lo Sbarco di Anzio
Nei primi mesi del 1944, con lo sbarco di Anzio e l'offensiva contro la linea Gustav sul Garigliano ed a Cassino, gli anglo-americani tentavano di avviare ad una rapida conclusione le operazioni sul fronte italiano, spezzando il fronte di resistenza tedesco ed impadronendosi di Roma e dell'Italia centrale. Ma la dura resistenza dei diavoli verdi a Cassino e la furiosa reazione delle truppe del generale von Mackensen ad Anzio, mutavano notevolmente i piani del maresciallo Alexander, ritardando di molti mesi la conclusione delle operazioni militari sul suolo italiano. Oltre a ciò, il VI Corpo anglo-americano sbarcato ad Anzio rischiava di essere ributtato in mare e riusciva a salvarsi solo con il massiccio intervento delle artiglierie navali. In alto il teatro dei combattimenti del gennaio e febbraio 1944 da Anzio alla zona antistante Cassino.
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Dopo la battaglia del Volturno le truppe britanniche ed americane della 5a Armata del generale Clark giungevano a contatto con il terreno antistante la linea Gustav, che si estendeva dal Mar Tirreno, attraverso il fiume Garigliano, la zona di Cassino, quella di Venafro-Isernia, il fiume Sangro, fino all'Adriatico. All'avanzata delle unità della 5a Armata corrispondeva sul versante adriatico il progresso della 8a Armata il cui comandante Maresciallo Montgomery, richiamato in patria per le ormai prossime operazioni di sbarco in Francia, era stato sostituito dal generale Leese, che tendeva a raggiungere e poi a superare la valle del Sangro. Mentre sul fronte si andavano svolgendo questi avvenimenti, a Verona, nel salone di Castelvecchio si celebrava il processo contro i 19 membri del Gran Consiglio del Fascismo che, votando contro Mussolini il 25 luglio 1943, avevano provocato la caduta del Regime fascista e quindi, indirettamente, la resa dell'Italia. Dei 19 solo 6, Ciano, Gottardi, Pareschi, De Bono, Marinelli, Cianetti erano presenti, essendo gli altri latitanti. Il processo dì Verona, che aveva inizio l'8 gennaio 1944, aveva termine il 10, con la dichiarazione di colpevolezza e la condanna a morte per tutti gli imputati, ad eccezione di Cianetti condannato a 30 anni di reclusione. La sentenza veniva eseguita la mattina dell'11 gennaio, mediante fucilazione alla schiena. Il 22 gennaio sul fronte sud si verificava un colpo di scena: l'operazione anfibia di Anzio e Nettuno. Il VI Corpo d'Armata alleato, al Comando del generale Lucas, appoggiato da una flotta di invasione di 289 unità e da centinaia di aerei, sbarcava sulle spiagge di Anzio e Nettuno la la divisione di fanteria britannica, un gruppo corazzato, la II brigata di commandos, la 3a divisione fanteria americana, il 509° battaglione paracadutisti e l'83° battaglione lanciafiamme americani. Sulla zona di sbarco le unità tedesche erano quasi inesistenti. Ciò permetteva al VI Corpo di stabilire saldamente la sua testa di sbarco ed approfondirla verso l'interno, Campo di Carne, superando Aprilia e raggiungendo le zone di Campoleone, Cisterna e Littoria. Solo il 25 gennaio si andava delineando la prima resistenza seria delle unità germaniche che stavano raggiungendo il nuovo fronte. Dal 25 al 31 gennaio, mentre si svolgevano duri combattimenti nei pressi di Cisterna, dove agivano le truppe americane e Campoleone, dove erano impegnati i reparti britannici, giungevano nuove unità di rinforzo al VI Corpo del generale Lucas: il 504° reggimento paracadutisti, la divisione corazzata americana e le divisioni di fanteria 45° americana e 56° britannica. Ma queste unità non riuscivano a superare la tenace resistenza germanica che si basava ormai su 5 divisioni quasi complete: le divisioni corazzate 26° ed Hermann Gòring, la t 3° e 90° granatieri corazzati e la 4a paracadutisti. Dopo una settimana di situazione relativamente equilibrata, con attacchi e contrattacchi da entrambe le parti. 1'8 febbraio iniziava un forte attacco tedesco con lo scopo di eliminare interamente la testa di sbarco di Anzio. Il giorno seguente i tedeschi riconquistavano Aprilia ed il 10 Corroceto. Poi si registrava una sosta, della quale approfittavano gli anglo-americani per contrattaccare, ma senza ottenere risultati di sorta. Il 16 febbraio 1944, alle ore 6,30, 4 divisioni germaniche, appoggiate dal fuoco di circa 450 pezzi d'artiglieria, iniziavano luna nuova violenta offensiva. Ma i successi territoriali, che all'inizio si registravano in maniera sensibile, venivano presto bloccati dall'impiego massiccio delle artiglierie navali che sparavano a distanza ravvicinata e dagli attacchi aerei. Il 29 febbraio la spinta offensiva dei reparti della Wermacht riprendeva, ma il giorno 1 marzo veniva sospesa definitivamente, senza essere riuscita nell'intento di ricacciare a mare gli anglo-americani. Durante questi combattimenti sul nuovo fronte dello scacchiere italiano, i tedeschi riuscivano ad affondare, con mezzi aerei radiocomandati, sommergibili e col concorso di mezzi navali della R.S.I. gli incrociatori britannici Spartan e Penelope ed i cacciatorpediniere, anch'essi inglesi, Janus e Inglefield. Anche sul fronte del Garigliano, del Rapido e del Sangro, si andavano svolgendo accaniti scontri. Mentre nel settore tenuto dalla 8a Armata britannica, lungo la valle del Sangro, per la spinta offensiva degli alleati non si verificavano fatti di rilievo, a parte i duri combattimenti nella zona di Ortona a Mare, sul versante tirrenico del fronte si registravano gli avvenimenti più importanti della campagna italiana dei primi mesi del 1944. Dapprima avveniva la conquista della zona antistante la linea Gustav, effettuata dalla Ia Armata del generale Clark, a prezzo di severe perdite, tra il 3 ed il 15 gennaio 1944. Il 17 dello stesso mese poi iniziava la battaglia del Garigliano, che il giorno 20 si estendeva anche alla valle del Rapido, comprendente la zona di Cassino. Ma l'offensiva del X Corpo britannico e del II americano non riuscivano a forzare il corso dei due fiumi. In occasione delle operazioni degli ultimi mesi sullo scacchiere italiano, i tedeschi impiegavano contro gli anglo-americani nuovi tipi di armi: carri pesantissimi, minuscoli carri e Golia radiocomandati e carichi di esplosivo, bombe radio guidate e siluri umani , simili ai maiali, della Decima Mas italiana. Ad Anzio intervenivano anche reparti italiani dell'Esercito della Repubblica Sociale Italiana. Essi erano il battaglione Paracadutisti e Nembo e quello della Decima Barbarigo, che si batterono con grande valore.
"Il Graffio della Vita"
E' stato inaugurato ieri ad Aprilia, nella zona di Campo di Carne, il Monumento dedicato alle vittime della II Guerra Mondiale, intitolato il "Graffio della Vita". Un'iniziativa inserita nell'ambito dei festeggiamenti per il 67esimo anniversario dello sbarco di Anzio e Nettuno. "Il 2011 è per noi un anno ricco di importanti eventi - ha detto il sindaco, Domenico D'Alessio - festeggeremo il 75° Anniversario della città di Aprilia e il 150° Anniversario dell'Unità Nazionale. Con l'inaugurazione di questo monumento - ha aggiunto -, inizierà dunque un percorso volto a promuovere e rafforzare la memoria storica della città".
La cerimonia, che si è svolta a Campo di Carne, ha avuto inizio con il raduno delle Associazioni Combattentistiche, delle Autorità Civili e Militari e con la deposizione della corona d'Alloro ai piedi dell'opera scultorea, il tutto sulle note della "Canzone del Piave" e dell' Inno di Mameli eseguiti dalla banda musicale "La Pontina".
"Per la prima volta, Aprilia - ha dichiarato il Sindaco D'Alessio durante il suo discorso - è stata inserita nel programma delle cerimonie del 67° Anniversario dello Sbarco degli Alleati, al fine di commemorare tale giorno con le città di Anzio e Nettuno. Siamo qui oggi per ricordare ed onorare gli oltre 50 mila soldati che morirono in questi luoghi. Il 22 gennaio del 1944, gli eserciti alleati sbarcarono sulle spiagge di Anzio e Nettuno con lo scopo di aggirare le forze tedesche attestate sulla Linea Gustav e di conquistare Roma. Ci vollero più di 4 mesi per percorrere i 50 km che separano Anzio dalla capitale e il nostro territorio fu teatro di sanguinosi scontri. Aprilia venne bombardata e la popolazione fu costretta a fuggire. Un anno fa, in questa stessa occasione, in riconoscenza del sacrificio dei soldati che persero la vita per difendere la nostra patria e per dare a questi luoghi il giusto valore storico, abbiamo preso l'impegno di fissare un monumento. L'opera che oggi inauguriamo trasmetterà la memoria di questi eventi alle generazioni future".
Il 2011 è per noi un anno ricco di importanti eventi - ha aggiunto il Primo Cittadino - festeggeremo il 75° Anniversario della città di Aprilia e il 150° Anniversario dell' Unità Nazionale. Da oggi, con l'inaugurazione di questo monumento, inizierà dunque un percorso volto a promuovere e rafforzare la memoria storica come principale risorsa per la costruzione di una propria identità ma soprattutto per consolidare il senso di appartenenza ad una "comunità apriliana".
Il Monumento, intitolato il "Graffio della Vita" è stato realizzato gratuitamente dalle società " Bonato Edilizia" e "Artigiana Marmi" ed è stato ideato dal Maestro Claudio Cottiga.
" L'opera - ha spiegato l'artista - è un parallelepipedo in travertino con inserti in ceramica, alto due metri e mezzo, che riporta sui tre lati il ricordo dei combattenti che hanno perso la vita su questo territorio nelle tre lingue degli eserciti combattenti, italiano, tedesco ed inglese. Il Graffio della Vita vuole rappresentare le ferite che il Mostro della guerra ha lasciato con i suoi artigli sul territorio e sulla popolazione, causando la morte di tanti soldati e civili".
Il Monumento è stato successivamente benedetto dal Parroco di Campo di Carne.
La cerimonia, che si è svolta a Campo di Carne, ha avuto inizio con il raduno delle Associazioni Combattentistiche, delle Autorità Civili e Militari e con la deposizione della corona d'Alloro ai piedi dell'opera scultorea, il tutto sulle note della "Canzone del Piave" e dell' Inno di Mameli eseguiti dalla banda musicale "La Pontina".
"Per la prima volta, Aprilia - ha dichiarato il Sindaco D'Alessio durante il suo discorso - è stata inserita nel programma delle cerimonie del 67° Anniversario dello Sbarco degli Alleati, al fine di commemorare tale giorno con le città di Anzio e Nettuno. Siamo qui oggi per ricordare ed onorare gli oltre 50 mila soldati che morirono in questi luoghi. Il 22 gennaio del 1944, gli eserciti alleati sbarcarono sulle spiagge di Anzio e Nettuno con lo scopo di aggirare le forze tedesche attestate sulla Linea Gustav e di conquistare Roma. Ci vollero più di 4 mesi per percorrere i 50 km che separano Anzio dalla capitale e il nostro territorio fu teatro di sanguinosi scontri. Aprilia venne bombardata e la popolazione fu costretta a fuggire. Un anno fa, in questa stessa occasione, in riconoscenza del sacrificio dei soldati che persero la vita per difendere la nostra patria e per dare a questi luoghi il giusto valore storico, abbiamo preso l'impegno di fissare un monumento. L'opera che oggi inauguriamo trasmetterà la memoria di questi eventi alle generazioni future".
Il 2011 è per noi un anno ricco di importanti eventi - ha aggiunto il Primo Cittadino - festeggeremo il 75° Anniversario della città di Aprilia e il 150° Anniversario dell' Unità Nazionale. Da oggi, con l'inaugurazione di questo monumento, inizierà dunque un percorso volto a promuovere e rafforzare la memoria storica come principale risorsa per la costruzione di una propria identità ma soprattutto per consolidare il senso di appartenenza ad una "comunità apriliana".
Il Monumento, intitolato il "Graffio della Vita" è stato realizzato gratuitamente dalle società " Bonato Edilizia" e "Artigiana Marmi" ed è stato ideato dal Maestro Claudio Cottiga.
" L'opera - ha spiegato l'artista - è un parallelepipedo in travertino con inserti in ceramica, alto due metri e mezzo, che riporta sui tre lati il ricordo dei combattenti che hanno perso la vita su questo territorio nelle tre lingue degli eserciti combattenti, italiano, tedesco ed inglese. Il Graffio della Vita vuole rappresentare le ferite che il Mostro della guerra ha lasciato con i suoi artigli sul territorio e sulla popolazione, causando la morte di tanti soldati e civili".
Il Monumento è stato successivamente benedetto dal Parroco di Campo di Carne.